Ieri ho assistito per la prima volta ai fuochi di San Giovanni, festa per il santo patrono di Torino. Devo dire che sono stati davvero molto belli, e la folla che era presente era paragonabile solo a quella della notte tra il 9 e il 10 luglio 2006, cioe' quando siamo diventati Campioni del Mondo, cosa di cui ancora per i prossimi tre anni potremo vantarci.
Ad ogni modo, per chi se li fosse persi perche' in altre faccende affaccendato, ho uploadato 2 video. Purtroppo non comprendono tutto il fuoco perche' verso la fine il mio cellulare mi ha abbandonato, ma questa e' una selezione piu' che dignitosa! Degne di nota le sequenze col ponte che collega Piazza Vittorio Veneto con la Gran Madre accesso e fumante come una braciola sulla piastra :-)
lunedì 25 giugno 2007
martedì 19 giugno 2007
Helsinki
Domenica: Il viaggio è filato abbastanza liscio. Dopo aver dormito poche ore sabato notte (bel sabato sera raggae al Jamaica) sono partito da Caselle. Anche io, come Marco, ho mollato la valigia che ritroverò miracolosamente a destinazione dopo lo scalo a Francoforte. L'aeroporto di Francoforte è davvero enorme, e andare da un terminal all'altro è davvero lungo. I due terminal sono connessi da un lungo tunnel con luci soffuse stile cromoterapia. Il volo fino a Helsinki è molto grosso e molto (troppo affollato, overbooked) e il mio vicino destro di poltrona (il sinistro è il finestrino) è un ragazzo di età stimabile tra i 15 e i 18 anni che si è mosso dalla sua posizione-stoccafisso solo per mangiare un piatto fumante di ravioli che costituiva il nostro pranzo in volo.
Dopo un volo molto turbolento, l'aereo (Lufthansa: ottimo volo) atterra ad Helsinki sotto una pioggia leggera ma fastidiosa. Salito sul pullman Finnair diretto verso il centro città (5,20 €) la prima cosa che ti colpisce e' il verde: l'autostrada e' un nastro d'asfalto in un bosco unico fino al centro. La seconda cosa che ti colpisce sono le scritte dei cartelli stradali. Le lingue ufficiali qui sono due, finlandese e svedese, e entrambe sono assolutamente incomprensibili per un italiano che sa l'inglese e poco altro. Forse lo svedese si avvicina vagamente al tedesco, ma solo forse. Il finlandese credo sia un mondo fonografemico a parte.
Arrivo alla stazione dei treni che diluvia e io ovviamente non ho l'ombrello (ce l'ha ancora chi me l'ha fottuto mesi fa al ristorante argentino Volver a Torino: se per caso leggesse questo blog, e' pregato di restituirmelo). Per fortuna pero' sono dotato di mappa (l'ufficio del turismo ti manda tutto il materiale gratis per posta) e l'hotel Arthur e' abbastanza vicino (scopriro' in poco tempo che qui tutto e' abbastanza vicino). Sono le 19.30, il ricevimento della conferenza termina alle 20 e io sono in colpevole ritardo. La stanza e' abbastanza grande, pulita e accogliente. Mi cambio in fretta (dubbio amletico: elegante o no? Opto per un jeans camicia e giacca: mi accorgero' presto che questa e' una mise decisamente sopra la media) e corro verso il porto all'hotel Grand Marina il cui centro congressi ospita la conferenza, dove arrivo 10 minuti prima della chiusura, ma faccio in tempo a registrarmi e ricevere il mio sacchetto-gadget (di per se bruttino), contenente, oltre al materiale strettamente legato alla conferenza (cartellino col nome, ricevuta, programma, cd coi proceedings) anche un simpatico gadget: una tazza di legno. Scopriro' dopo che: i) si chiama kuksa; ii) costa al mercatino 30 euro! Il che mi ha fatto rivalutare la qualita' del gadget... a ricevimento ormai concluso conosco subito alcune persone con cui trascorrero' la serata a tavola del ristorante Fransmanni, dove mi rendo subito conto che i prezzi qui in Finlandia sono giusto un pelo alti. Per un secondo (porzioni risicate) un dolce e acqua partono 30 euro.
Finisci la cena e ti rendi conto che fuori e' ancora giorno. Questo e' qualcosa che ti lascia davvero senza parole. La foto che vedete qui sulla sinistra e' stata scattata quasi a mezzanotte. Vedro' dopo pochi giorni che d'estate non e' mai davvero buio: verso l'una di notte e' come da noi un'ora dopo il tramonto, alle 3 e' gia pieno giorno. Assurdo!
Dopo una birra in compagnia di Giacomo (Pisa), Matteo (Padova) e Yongchul (Corea), vado a dormire (fuori e' piena luce).
Lunedi': mi sveglio di buon'ora e dopo una colazione dolce (anche se il buffet salato e' decisamente piu' ricco, ma mangiare wurstel di prima mattina proprio no) mi dirigo insieme a Yongchul verso la conferenza. Presentero' il mio lavoro l'indomani, quindi oggi lo dedico allo studio di quelli degli altri. Dopo il primo plenary talk (troppo specifico secondo me) girovago tra i poster altrui soffermandomi su quelli di maggior interesse, almeno per me. Al coffee break mi ricongiungo coi miei compagni di cena piu' altri ragazzi di Napoli che avevo conosciuto lo scorso anno e che riincontrero' a breve a Bressanone. La mattinata fila veloce e il pranzo lo trascorriamo al ristorante greco li' vicino. Dove abbiamo la conferma dell'impressione ricevuta la sera prima: il servizio e' LENTISSIMO ovunque! Chiedi da mangiare, passa mezz'ora. Chiedi un dolce, passa mezz'ora. Chiedi da bere, passa mezz'ora :) Per questo motivo ci salta il plenary del pomeriggio, ad ogni modo il meno interessante in quanto e' quello dello sponsor (siamo in Finlandia, conferenza telecomunicazioni... chi mai potra' essere?).
Dopo un giro ai poster del pomeriggio, dedico il resto della giornata con Giacomo alla visita del centro, che e' molto piccolo e quindi si gira comodamente a piedi (e, detto tra noi, non c'e' molto da vedere). Il tempo? Diluvio - sole - diluvio - sole. Qui ci sono abituati, girano sempre con l'ombrello o si prendono la pioggia con straordineria umilte'. A me giravano un po' le balle.
L'evento clou della serata e' sicuramente il banchetto, organizzato nella Knights House, cioe' la casa dei cavalieri, un salone stupendo con ambientazione medioevale, dove tra vino a volonta' ci e' stato presentato un ricchissimo buffet di specialita' tipiche finlandesi, tra cui spiccavano sicuramente il salmone affumicato e il filetto di renna, oltre a verdure cucinate nei modi piu' disparati e l'immancabile frutta (anche qui ne mangiano a tonnellate). Dopo esserci alzati satolli e vagamente alticci (peccato x l'assenza del classico, almeno per noi, ammazzacaffe' digestivo e quantomai necessario) abbiamo deciso di visitare (come consigliatomi da Nicolaj a ftw.) il pub posto al 12mo piano dell'hotel Torni, l'Ateljee Bar, dove e' vero che un mojito lo paghi 10€, ma la vista che si gode e' decisamente speciale.
Martedi': un po' provato dalla cena del giorno prima. mi sveglio di buon'ora per recarmi alla conferenza. Stamattina presento il mio poster, e quindi devo rendermi decente docciandomi, sbarbandomi, e indossando il mio cavallo di battaglia, cioe' il vestito nero con la camicia rosa e la cravatta a quadri (vedansi le foto della laurea). Dopo il plenary talk del mattino e la prima sessione di poster e' quindi il mio turno. Tra l'altro il mio poster e' vicino a quello del chairman, Ari Hottinen, col quale inizia subito un costruttivo scambio di saluti e idee. Devo dire che la sessione poster e' abbastanza faticosa ma costruttiva. Parli con tante persone, chi piu' interessato, chi meno, chi piu' esperto in materia, chi meno, ma devo dire che l'esperienza e' positiva. Per il pranzo io e i miei compagni fissi di giro (Giacomo, Matteo, Sara e Angelo) optiamo per il mercato, dove simpatiche bancarelle vendono oggettistica di ogni tipo e cibo tipico, cioe': il salmone. Che devo dire, e' davvero buono. Ma se lo mangi tre volte in due giorni inizia a stufare!
Pranzo veloce, giro alla conferenza dove per la plenary del pomeriggio era in programma un talk di Simon Haykin, e in seguito gita in traghetto "fuoriporta" a Suomenlinna, cioe' un gruppo di isolette collegate da ponti che la corona svedese adibi' a fortezza contro i russi e che, secondo la guida Routard, capitolo' in poco tempo. Ci si arriva in un quarto d'ora di traghetto dal porto di Helsinki al prezzo di un biglietto urbano (2€). Lunga camminata tra queste isole, dal pasesaggio davvero incontaminato e suggestivo. Tra le cose curiose trovate, segnalo un party di addio al celibato (abbiamo pensato) in cui un gruppo di signore attempate e non, vestite in maniera stravagante, banchettavano e cantavano la cover finlandese di nientepopodimeno che... Maledetta Primavera! :)
Tornati di corsa a Helsinki, il programma dei social events della conferenza prevedeva un ricevimento dal Sindaco, che ci ha accolti nel municipio (bello dentro, triste fuori come tutti i palazzi qui) dove nell'ordine ha: ringraziato i partecipanti con un discorso di circostanza; ricevuto anche lui la sua bella tazza (di cui immagino ne abbia a migliaia, infatti se l'e' dimenticata su una colonna del palazzo); offerto un aperitivo a base di specialita'. Quali? Salmone, pesce tipo merluzzo, renna, insalate varie (di cui una a base di stranissimi pomodori gialli), e le immancabili fragole con la panna. La vera attrattiva pero' era il piatto di portata. Ora, senza sbirciare la foto, immaginate tutte le volte che siete, per dire, a fare aperitivo. Il locale e' pieno, non ci sono tavolini quindi si mangia in piedi. In una mano reggi il piatto. Nell'altra il bicchiere. Con quale mangi? Allora posi il bicchiere. Mangi. Poi devi bere. Metti le posate nel piatto. Afferri il bicchiere. Mentre bevi le posate ti cadono, magari sulla camicia pulita. Cristoni. Ecco tutto questo si puo' evitare utilizzando l'intelligentissimo (forse il topic piu' intelligente della conferenza :) ) portabicchiere da piatto. La foto parla per se'.
Usciti dopo un'oretta, ci siamo recati a cena al ristorante vincitore di premi Ravintola Lasipalatsi, dove per una cifra esorbitante ho potuto pero' mangiare una bistecca come si deve (non di renna), con un contorno ottimo di verdure e pure'. E pure un caffe' decente (no comment su quelli della colazione e dei coffee break della conferenza). Dopo esserci uniti al romano Loreto, seconda tappa della serata: l'Artic Ice Bar. Veramente un posto assurdo/ E' un piccolo (una stanza) pub, a cui si accede dopo aver indossato una coperta termica e superato una doppia porta. E' una stanza completamente di ghiaccio. Pareti, tavolini, il bancone. La povera barista che sta congelando (ci sono -10 fissi) e ci dice che li fanno turni di mezz'ora... cocktail a base di vodka (10€) e via perche' dopo un quarto d'ora gia' scleri dal freddo.
Terza tappa: l'Exotic club, almeno mi pare si chiamasse cosi'. L'unico posto economico di Helsinki, 2€ di ingresso, bevande a poco. Un disco pub non male dove abbiamo tirato avanti fino alle 4 passate (alle 3, come gia' detto, e' gia' pieno giorno) dopo aver incontrato altri italiani e due ragazzi di Barcellona. A nanna tardi (fuori luce a giorno), sveglia alle 10: si torna a casa.
Mercoledi': sveglia (troppo tardi per la colazione in hotel), doccia, valigia, check out, pullman per l'aeroporto (stavolta quello di linea - costa meno, ci mette lo stesso tempo. Tra l'altro e' strano che un autobus urbano prenda l'autostrada e faccia 30 km per portarti all'aeroporto...eppure e' cosi' - per la cronaca e' il 615T). Coda lunghissima al check in quindi opto per il banco self-service. Davvero comodo. Metti dentro il numero di prenotazione o la carta di credito, il banco ti stampa la carta di imbarco, poi posi la valigia sul classico nastro. Colazione abbondante (e necessaria) e primo volo fino a Francoforte. Attesa e volo per Torino. Tutto in perfetto orario (Lufthansa davvero 10 e lode. Grazie Taricco per il suggerimento). Giusto in tempo per arrivare a Torino, assistere al temporale del secolo e alla paralisi del traffico che un po' mi mancava. Un'ora da Francoforte a Caselle, un'ora e dieci da Caselle a Porta Nuova. Ci sono le corsie preferenziali ma non si sa perche' il bus non ne fa manco una...
Con questa amara riflessione chiudo questo lungo post. A risentirci dalle saune di Bressanone!
giovedì 14 giugno 2007
Apartments in Vienna
Pubblico in questo post i recapiti e l'annuncio relativi all'appartamento in cui ho soggiornato, nel caso possa essere utile a qualcuno in visita a Vienna:
The building is only 1 minute walk from the subway station (U4 -Pilgramgasse), leading to the Vienna Opera (2 Stations), to the air terminal (4 Stations) and to tbe Schonbrunnpalace (4 Stations) and also 1 Minute walk to the bus stations for the bus lines 12A, 13A and 14A leading to the Main Shopping Area in the Mariahilferstrasse (2 Stations) and to the Sudbahnhof (5 Stations) and 59A leading to the Vienna Opera and Karlsplatz (3 Stations).
The Famous Viennese Naschmarkt, where you can find fresh fruit and vegetable stands, international deli's and food stalIs, offering inexpensive meals, is only a ten Minute walk away from our building.
individual travellers are just as welcome with us as couples, and families with children looking for inexpensive but comfortable accommodation in Vienna.
In our house you can avail oft he quiet and privacy of your own apartment.
All apartments are equipped with private bathroom and a small kitchen with fridge, microwave, coffee machine and dishes.
If you don't like to prepare your meals yourself, you will find a huge variety of restaurants for all budgets in the vicinity of the house; the same applies to food shops. There are also a number of hotels round our house, who serve breakfast al so to non resident guests.
Ali our apartments are equipped with Sat- TV (Astra and Hotbird) offering Programs in German, English, Italian, French, Spanish, Romanian, etc. languages.
Quotations and conditions
€ 40,-- per night,
€ 140,-- / 4 nights,
€ 220,-- per week.
If required my garage in the same building, may also be rented for € 10,-- per day.
The above mentioned prices include utilities and Vat. Possibly requested services during the stay are not included.
Laundry for the bed, towels as well as cleaning instruments are in the apartment; a washing machine and a dryer is available in the first floor of the building.
We draw your attention to the following regulations and ask you for kind understanding concerning reservation, cancellations and payment formalities:
ACCOUNT NUMBER: 10588 613 900
BLZ: 12000 (BankAustia - Creditanstalt)
Far international bank transactions:
NAME: Daniel AFLOAREI
IBAN: AT77 1100 0105 8861 3900
BIC/ SWIFT: BKAUATWW
Please inform us about your arrival either by phone (0043-(0)676/355 79 15) or E-Mail (gosu@gmx.at) as there is no reception.
Apartments in Vienna
(To let for tourists and short term visitors)
Our house is located in the centre of Vienna in a quiet and safe area.The building is only 1 minute walk from the subway station (U4 -Pilgramgasse), leading to the Vienna Opera (2 Stations), to the air terminal (4 Stations) and to tbe Schonbrunnpalace (4 Stations) and also 1 Minute walk to the bus stations for the bus lines 12A, 13A and 14A leading to the Main Shopping Area in the Mariahilferstrasse (2 Stations) and to the Sudbahnhof (5 Stations) and 59A leading to the Vienna Opera and Karlsplatz (3 Stations).
The Famous Viennese Naschmarkt, where you can find fresh fruit and vegetable stands, international deli's and food stalIs, offering inexpensive meals, is only a ten Minute walk away from our building.
individual travellers are just as welcome with us as couples, and families with children looking for inexpensive but comfortable accommodation in Vienna.
In our house you can avail oft he quiet and privacy of your own apartment.
All apartments are equipped with private bathroom and a small kitchen with fridge, microwave, coffee machine and dishes.
If you don't like to prepare your meals yourself, you will find a huge variety of restaurants for all budgets in the vicinity of the house; the same applies to food shops. There are also a number of hotels round our house, who serve breakfast al so to non resident guests.
Ali our apartments are equipped with Sat- TV (Astra and Hotbird) offering Programs in German, English, Italian, French, Spanish, Romanian, etc. languages.
Quotations and conditions
€ 40,-- per night,
€ 140,-- / 4 nights,
€ 220,-- per week.
If required my garage in the same building, may also be rented for € 10,-- per day.
The above mentioned prices include utilities and Vat. Possibly requested services during the stay are not included.
Laundry for the bed, towels as well as cleaning instruments are in the apartment; a washing machine and a dryer is available in the first floor of the building.
We draw your attention to the following regulations and ask you for kind understanding concerning reservation, cancellations and payment formalities:
- There is a minimum-stay of 3 nights.
- When reserving to guarantee a fixed booking, the first night has to be paid in advance to the following account:
ACCOUNT NUMBER: 10588 613 900
BLZ: 12000 (BankAustia - Creditanstalt)
Far international bank transactions:
NAME: Daniel AFLOAREI
IBAN: AT77 1100 0105 8861 3900
BIC/ SWIFT: BKAUATWW
- Not showing up or not cancelling in time (3 days prior to arrival) results in us charging you for the first night. In case of no show, we also have to cancel the reservation.
- No credit cards can be accepted.
- The prices vary between Euro 25 and 40 per night according to apartment and season.
- The rent has to be paid weekly in advance; for the keys a deposit of € 100,-- has to be paid (the deposit will be retumed, when the keys are retumed).
- When moving in, a passport copy has to be provided.
Please inform us about your arrival either by phone (0043-(0)676/355 79 15) or E-Mail (gosu@gmx.at) as there is no reception.
Daniel AFLOAREI
Grohgasse 8/1-2, A - 1050 Wien
Tel.: 0043-(0)676/355 79 15, Fax.: 0043-(0)820/555 85 7276
E-Mail.:gosu@gmx.at
Grohgasse 8/1-2, A - 1050 Wien
Tel.: 0043-(0)676/355 79 15, Fax.: 0043-(0)820/555 85 7276
E-Mail.:gosu@gmx.at
mercoledì 13 giugno 2007
Benvenuto Stefano!
martedì 12 giugno 2007
Last post about Vienna
Bene, anche se molto indaffarato cerco di trovare il tempo di scrivere qualcosa (anzi, molto), sui miei ultimi giorni a Vienna. Le foto aiuteranno a ricordare quello che il cervello ha già rimosso! E visto che non so quanto ci metterò a scriverlo, lo pubblico un po' per volta cosi', tanto per sorbirne a piccoli sorsi.
Mercoledì sera la visione di Lituania-Italia era l'obiettivo della serata. Io e Danilo ci siamo quindi armati di pazienza e nonostante il diluvio universale (avviso ai naviganti: a Vienna il tempo e' MOOOOLTO variabile - e non solo li' come ebbi poi a scoprire) ci siamo girati TUTTI i pub e TUTTI i locali italiani (compreso il Guiseppe Garibaldi, e non e' un refuso) e TUTTE le sale scommesse in cerca di uno schermo TV che trasmettesse la tanto agognata partita. Risultato: zero. Pare che tutte le emittenti estere, austriache e non, pay tv e non, ignorassero l'evento, nonostante, dico io, siamo i Campioni del Mondo. Pero' si poteva ammirare un saporito FarOer-Scozia e un sapido Norvegia-Ungheria. De gustibus... L'unica emittente a trasmettere era la solita RAI1, ma come noto, le trasmissioni via satellite (e anche via cavo, a Vienna) sono criptate in corrispondenza di certi eventi tra cui Lituania-Italia. Ci siamo quindi autodirottati verso casa di Danilo, dove il PC connesso a Internet e alla TV ci ha permesso di assaporare la doppietta di Quagliarella in streaming a una qualita' di poco superiore al limite dell'accettabile, davanti a un piatto fumante di pasta al ragu'. La serata e' poi proseguita in una birreria del V. distretto, di cui onestamente non ricordo il nome gestito da una signora molto simpatica, dove con l'aiuto di una Guinness ho appreso malamente il gioco delle freccette (Danilo, complimenti per la vittoria sonante) e ho salutato (quasi) tutti: Danilo e Sabine, in partenza per la Repubblica Ceca - GRAZIE di cuore a tutti e due, per avermi accolto e sopportato nonostante spesso fossi das fünfte Rad am Wagen (la quinta ruota del carro), espressione austriaca che significa grossomodo "essere la candela"; Angelo (il mio cognomonimo) e Serena, il Gringo (che in realta' avrei poi rivisto di li a pochi giorni) e Maxime, il francese antifrancese; Alessandro no ma non perche' mi stia sul culo ma perche' sapevo che l'avrei rivisto il sabato per mollargli gli avanzi (e che avanzi). Da quel momento in poi ero solo, anche se per poche ore.
Giovedi dopo un pigro risveglio sono uscito per la mia consueta passeggiata in solitaria, in attesa che si facesse sera e quindi di andare a prendere Elisa al terminal dei pullman. L'itinerario partiva da Stadtpark, forse uno dei parchi piu' belli di Vienna, almeno secondo me, contenente i busti di tutti i grandi compositori austriaci (alcune statue le trovate in foto) per toccare poi alcuni degli edifici passati sotto le mani di Hundertwasser, come la KunstHausWien, un museo - la foto in alto proviene da li', un cartello indicante la direzione per raggiungere la Nuova Zelanda, o la Hundertwasserhaus, un edificio contenente appartamenti privati. Dalle foto si puo' notare come sia le facciate sia gli interni che persino i pavimenti non abbiano assolutamente NULLA di retto o di piano. Tutto curve. Figo a vedersi, credo di meno ad abitarci! Proseguendo si raggiungeva un piccolo parco (Arenbergpark) contenenti altre due torri della contraerea, fino a che, cammina che ti cammina, ho raggiunto il Belvedere, cioe' un enorme giardino stile Versailles, con ai due estremi due splendidi edifici contenenti due musei che avrei visitato poi il giorno successivo.
Trascinatomi faticosamente a casa, ho dato una ripulita a me stesso, alla casa stessa, e poi a me stesso di nuovo, in attesa della mia gradita ospite :-) la quale sono andato a prendere verso le 8 a Erdbergstrasse. Dopo i saluti e una romantica cena a casa, siamo usciti a piedi per un primo assaggio notturno di Vienna.
Venerdi' la mattinata iniziava presto perché il programma era denso di eventi. Dopo una sostanziosa colazione a base di pane e marmellata (ne ho scoperta una che e' la fine del mondo, al lampone. Non ricordo la marca, inizia con la A e la vendono al Billa) ci siamo diretti in metro fino a MuseumQuartier, che da qui in poi abbreviero' con MQ. La mattinata e' trascorsa al Leopold Museum, molto bello e moderno. Tra l'altro i biglietti per studenti sono scontati (e io in quanto dottorando sono studente a tutti gli effetti) e non hanno mai preteso la ISIC card. Su consiglio della inesauribile LonelyPlanet, abbiamo pranzato al Kantine, uno dei tanti localini per mangiare che si trovano nel cortile affollato di MQ, e consiglio vivamente ai non vegetariani di prendere un Lamm Pita, cioe' un piatto con del pane pita greco riempito di tocchetti di agnello veramente squisito, con contorno abbondante di insalata (si veda foto linkata). I prezzi sono modici, ma i piatti si fanno attendere, perche', come scritto sul menu (anche in inglese), tutti i piatti sono preparati al momento e con ingredienti bio. Se non avete fretta, pranzate qui.
La passeggiatina digestiva, ina per modo di dire, prevedeva il tipico giro del ring, da Piazza Maria Teresa fino a Votivkirche, passando per Volksgarten, Parlamento, Rathaus.. classico giro insomma!
E visto che arrivati a Votivkirche le gambe non erano abbastanza stanche e gli occhi abbastanza sazi e l'ora abbastanza tarda, ci siamo diretti a Karlsplatz per uno sguardo alla Karlskirche e alla Secession, e poi abbiamo allungato fino al Belvedere per ammirare dal vivo il Bacio di Klimt (che a mio modesto parere e' una delle poche opere interessanti del museo, tolti Klimt e Schiele il resto non mi e' parso granche', ma la mia ignoranza artistica e' abbastanza accertata).
Dopo aver cenato a casa, volevo portare Elisa a vedere la zona dove ho lavorato per 3 settimane, quindi ho optato per Copakagrana, che alla sera e' davvero fighissimo, pieno di gente, tutto illuminato, tanti ristorantini e localini sulle rive del Danubio...suggestivo.
Ci siamo presi da bere (attenzione: i cocktail sono carissimi ovunque) in un locale con dondolo e siamo andati a ballare finche' le mie gambe hanno retto (Elisa ha le Duracell, io solo le normali zinco-carbone) in un locale semi-aperto di cui mai seppi il nome. E dopo l'ennesima LUUUNGA passeggiata per andare a prendere il notturno, finalmente abbiamo potuto riposare le membra tra le braccia di Morfeo...
Sabato, come da tradizione, abbiamo speso la parte residua della mattinata (quello che avanzava dalla dormita, insomma) a Nashmarkt, dove abbiamo acquistato del pane alle olive e una salsina verde all'avocado che vi giuro nell'insalata ci sta da dio. Pranzo a casa (nel giardino di cui vi ho gia' parlato in uno dei primi post) e subito via in direzione Schonbrunn, dove abbiamo visitato l'interno del sontuoso palazzo con comoda audioguida e a stretto contatto col tipico turista maleducato che fotografa col flash in tutte le stanze nonostante gli espliciti cartelli lo vietino (so cosa state pensando: la foto del Bacio. Vi assicuro che e' stata rigorosamente scattata senza flash), i giardini (stavolta non stipati di gente come in occasione del Concert for Europe) e ci siamo arrampicati fino alla Gloriette, da cui la vista merita davvero la salita. Tornati a casa mi sono recato dal buon Alessandro, per salutarlo e mollargli la caterva di spesa che mi era avanzata in frigo, raccomandandomi di spartirla con tutti gli altri Italo-Viennesi.
Il quale Alessandro mi forni' un ottimo consiglio per la cena: la heurigen Zwolf Apostelkeller (Cantina dei 12 Apostoli), un posto davvero caratteristico, in pieno centro, sotterraneo. Tutto addobbato stile cattedrale, con lampioni dipinti con motivi religiosi (i dodici apostoli, appunto). E chi ti ritrovo? Il Gringo e famigliola, il quale ci aveva gia' cenato la sera precedente (fatto che ho interpretato come ottimo segno...). Menu: una Schnitzel enorme per il sottoscritto, col tipico contorno di insalata di patate, uno strudel vegetariano per al vegetariana (non ha avuto molta scelta, bisogna ammetterlo). Due strudel di mela con salsa di vaniglia (ottimi) e ovviamente vino della casa o presunto tale, buono. La serata e' proseguita poi per i vari localini di Schwedenplatz, dove mi avevano portato Danilo e Ignazio (si pronuncia Ighnasiow) la prima sera.
Domenica gita a Bratislava! Se siete riusciti ad arrivare fino a qui con la lettura complimenti davvero. Andiamo con ordine: sveglia presto per fare la valigia. Strapiena. Colma. Ho comprato solo un pantaloncino e una maglietta e non so come hanno reso la chiusura della valigia un trauma (per me ma anche per la valigia, come avrete modo di leggere). Chiuso e salutato la casa che mi ha ospitato per 3 settimane (lacrimuccia). Pullman per Sudbahnhof (le stecche del trolley iniziano a traballare) dove tra tanti stupendi treni austriaci della OBB, ovviamente quello che va a Bratislava e' slovacco. Il che mi ha fatto sentire un po' a casa... nel senso. Treno fatiscente. Caro (piu' che in Italia, 1 ora di viaggio per 12 euro). E che parte in ritardo. Decisamente NON austriaco, come mi ha fatto poi notare il simpatico crucco nostro compagno di scompartimento, visibilmente contrariato per la partenza in ritardo (si vede che in alcuni paesi non e' la norma come da noi... e io che mi sentivo a mio agio...). Arriviamo alla stazione di Bratislava centro, e Marco e Lucia ad accoglierci...cariiiiiini :-) La prima impressione della citta' e' ambigua: sicuramente il retaggio dell'era comunista e' ancora piu' che evidente nei quartieri residenziali. Il centro storico pero' mi smentira'. Certo, il mio giudizio e' stato pesantemente influenzato anche dal fatto che al primo scalino la mia valigia si e' miseramente smembrata, lasciandomi con la maniglia del trolley in mano e la struttura precariamente attaccata al resto del bagaglio. Il viaggio di ritorno sara' divertente, mi dico. Piegato come un gobbo per trascinare questo pesantissimo relitto, ci dirigiamo verso la macchina (grazie Lucia per avermi risparmiato questa sevizia fino a casa) e giungiamo presto presso l'appartamento di una vecchia zia di Lucia che ospitera' le nostre valigie per la giornata. Visitiamo subito il centro storico, deserto (dormono tutti, pare che la sera prima ci sia stato un mega concerto all'aperto sulle rive del Danubio), tranne la piazza antestante il municipio che ospitava una processione religiosa-messa all'aperto: vi dico che appena arrivati ci guardavano tutti strano, finché tutti si sono inginocchiati e hanno iniziato a guardarci ancora piu' strano :-) Primo museo: museo delle armi (ingresso: 70 centesimi di euro). Oddio, chiamarlo museo e' tanto, ma la vista sul castello che si gode dal tetto vale la scalata. Qui gli edifici sono strani e il museo non e' da meno. Case alte alte e strette strette, scale RIPIDE. Una guida (di solito signora in eta' da menopausa) per piano. Che parla solo slovacco. E chi non conosce questa ridente lingua? La vista dal terrazzo del museo offre pero' un altro motivo di interesse: la casa piu' stretta di Bratislava. Altro museo: ebraismo.
Confesso che ci sono entrato solo perche' Marco voleva assolutamente vederlo... poco male, comunque: anche qui l'ingresso era sui 70 centesimi. Tra l'altro Elisa e io, che non eravamo in possesso di corone slovacche, abbiamo attinto alle tasche di Marco per tutte queste enormi spese. Fatto sta che in un modo o nell'altro siamo giunti al momento clou: il pranzo allo Slovak Pub, tanto decantato da leggende narrate da solito Marco. E in effetti i fatti si sono rivelati almeno pari alla leggenda. Piatti abbondanti, complicati dal punto di vista digestivo e dai nomi assolutamente irripetibili. Il piu' bello coreograficamente parlando era sicuramente la zuppa d'aglio, servita in una pagnotta enorme scavata (vedasi foto). Non pesantissima come mi aspettavo, ma devo dire che durante il volo di ritorno si e' ripresentata, diciamo. Poi pancakes dall'impasto molto scuro ripieni a seconda dei casi di carne o formaggio, degli gnocchetti serviti in una salsa di formaggio e bacon, e pancakes dolci ripieni di marmellata di semi di papavero (che, ho scoperto, da noi non esiste perche' illegale - preciso che non ho avuto effetti di sballo collaterale: ma le nostre leggi prediligono il principio di precauzione). Il tutto innaffiato da birra slovacca (pivo) e una strana coca cola prodotta qui (Kofola) dal sapore simile a un chinotto speziato. Non male.
Le conseguenze del pranzo sono state: pesantezza e sonnolenza. Entrambe non hanno di certo aiutato nella arrampicata verso il castello. Molto belli sia il giardino (vista molto suggestiva) sia l'esterno, mentre l'interno (anche qui prezzo irrisorio) e' un po' deludente sia dal punto di vista dei contenuti (tanti tappeti, mobili, monete, una curiosa riproduzione in plastica di una chiesa di Padova, le pubblicita' dell'Enel e delle sue simpatiche centrali nucleari) sia dell'architettura (come dice Marco, il cortile interno "sembra un po' quello di un'ospedale" e ha ragione). Finito di visitare il castello, il diluvio universale ci ha colti di sorpresa, il che ci ha spinto a tornare a casa servendoci dei mezzi pubblici. Anche qui una sorpresa. I biglietti si possono fare alla fermata con una macchinetta, la quale emette i biglietti per corsa breve (10 minuti: una furbata per chi non deve andare dall'altra parte del mondo) al prezzo di 7 centesimi di euro. Non so se mi sono spiegato... Arrivati a casa e asciugatici alla meglio, abbiamo recuperato i bagagli (tra cui la mia valigia reduce di guerra) e siamo andati in aeroporto, dove ho salutato prima Lucia, poi Elisa e Marco che avevano il volo di li' a poco. Io mi sono messo in attesa del mio autobus che mi portasse all'aeroporto di Vienna e ho constatato con ammirazione che nei paesi che reputo civili se accendi il pc in un luogo pubblico la connessione a internet te la danno gratis. Ho cosi' trascorso una mezz'ora prima di prendere il pullman per Schwechat: compagnia Blaguss (ma ce ne sono almeno altre 3), viaggio comodo di fianco a una simpatica vecchietta. L'aeroporto di Vienna era colmo di gente in attesa, poiche' tutti i voli erano stati ritardati a catena a causa del maltempo... infatti il piccolo Fokker per Torino e' partito con quasi un'ora di ritardo, appena in tempo per prendere l'ultimo pullman da Caselle a Torino centro.
E questo segna la conclusione del mio viaggio. Sto cercando un modo spiritoso/intelligente di concludere questo post, ma non mi viene in mente. Tanto vi sarete di certo stancati prima :-) Grazie a tutti coloro che mi hanno accolto e fatto compagnia a Vienna (ho paura a fare l'elenco perche' dimenticherei qualcuno di certo - voi lo sapete: paraculo), a Elisa per essere venuta a trovarmi, a Lucia e Marco a Bratislava, e anche una menzione speciale voglio farla alla gente strana della stazione della metro di Karlsplatz perche' mi ricordava tanto quella che si trova in via Nizza. A risentirci da Helsinki.
Mercoledì sera la visione di Lituania-Italia era l'obiettivo della serata. Io e Danilo ci siamo quindi armati di pazienza e nonostante il diluvio universale (avviso ai naviganti: a Vienna il tempo e' MOOOOLTO variabile - e non solo li' come ebbi poi a scoprire) ci siamo girati TUTTI i pub e TUTTI i locali italiani (compreso il Guiseppe Garibaldi, e non e' un refuso) e TUTTE le sale scommesse in cerca di uno schermo TV che trasmettesse la tanto agognata partita. Risultato: zero. Pare che tutte le emittenti estere, austriache e non, pay tv e non, ignorassero l'evento, nonostante, dico io, siamo i Campioni del Mondo. Pero' si poteva ammirare un saporito FarOer-Scozia e un sapido Norvegia-Ungheria. De gustibus... L'unica emittente a trasmettere era la solita RAI1, ma come noto, le trasmissioni via satellite (e anche via cavo, a Vienna) sono criptate in corrispondenza di certi eventi tra cui Lituania-Italia. Ci siamo quindi autodirottati verso casa di Danilo, dove il PC connesso a Internet e alla TV ci ha permesso di assaporare la doppietta di Quagliarella in streaming a una qualita' di poco superiore al limite dell'accettabile, davanti a un piatto fumante di pasta al ragu'. La serata e' poi proseguita in una birreria del V. distretto, di cui onestamente non ricordo il nome gestito da una signora molto simpatica, dove con l'aiuto di una Guinness ho appreso malamente il gioco delle freccette (Danilo, complimenti per la vittoria sonante) e ho salutato (quasi) tutti: Danilo e Sabine, in partenza per la Repubblica Ceca - GRAZIE di cuore a tutti e due, per avermi accolto e sopportato nonostante spesso fossi das fünfte Rad am Wagen (la quinta ruota del carro), espressione austriaca che significa grossomodo "essere la candela"; Angelo (il mio cognomonimo) e Serena, il Gringo (che in realta' avrei poi rivisto di li a pochi giorni) e Maxime, il francese antifrancese; Alessandro no ma non perche' mi stia sul culo ma perche' sapevo che l'avrei rivisto il sabato per mollargli gli avanzi (e che avanzi). Da quel momento in poi ero solo, anche se per poche ore.
Giovedi dopo un pigro risveglio sono uscito per la mia consueta passeggiata in solitaria, in attesa che si facesse sera e quindi di andare a prendere Elisa al terminal dei pullman. L'itinerario partiva da Stadtpark, forse uno dei parchi piu' belli di Vienna, almeno secondo me, contenente i busti di tutti i grandi compositori austriaci (alcune statue le trovate in foto) per toccare poi alcuni degli edifici passati sotto le mani di Hundertwasser, come la KunstHausWien, un museo - la foto in alto proviene da li', un cartello indicante la direzione per raggiungere la Nuova Zelanda, o la Hundertwasserhaus, un edificio contenente appartamenti privati. Dalle foto si puo' notare come sia le facciate sia gli interni che persino i pavimenti non abbiano assolutamente NULLA di retto o di piano. Tutto curve. Figo a vedersi, credo di meno ad abitarci! Proseguendo si raggiungeva un piccolo parco (Arenbergpark) contenenti altre due torri della contraerea, fino a che, cammina che ti cammina, ho raggiunto il Belvedere, cioe' un enorme giardino stile Versailles, con ai due estremi due splendidi edifici contenenti due musei che avrei visitato poi il giorno successivo.
Trascinatomi faticosamente a casa, ho dato una ripulita a me stesso, alla casa stessa, e poi a me stesso di nuovo, in attesa della mia gradita ospite :-) la quale sono andato a prendere verso le 8 a Erdbergstrasse. Dopo i saluti e una romantica cena a casa, siamo usciti a piedi per un primo assaggio notturno di Vienna.
Venerdi' la mattinata iniziava presto perché il programma era denso di eventi. Dopo una sostanziosa colazione a base di pane e marmellata (ne ho scoperta una che e' la fine del mondo, al lampone. Non ricordo la marca, inizia con la A e la vendono al Billa) ci siamo diretti in metro fino a MuseumQuartier, che da qui in poi abbreviero' con MQ. La mattinata e' trascorsa al Leopold Museum, molto bello e moderno. Tra l'altro i biglietti per studenti sono scontati (e io in quanto dottorando sono studente a tutti gli effetti) e non hanno mai preteso la ISIC card. Su consiglio della inesauribile LonelyPlanet, abbiamo pranzato al Kantine, uno dei tanti localini per mangiare che si trovano nel cortile affollato di MQ, e consiglio vivamente ai non vegetariani di prendere un Lamm Pita, cioe' un piatto con del pane pita greco riempito di tocchetti di agnello veramente squisito, con contorno abbondante di insalata (si veda foto linkata). I prezzi sono modici, ma i piatti si fanno attendere, perche', come scritto sul menu (anche in inglese), tutti i piatti sono preparati al momento e con ingredienti bio. Se non avete fretta, pranzate qui.
La passeggiatina digestiva, ina per modo di dire, prevedeva il tipico giro del ring, da Piazza Maria Teresa fino a Votivkirche, passando per Volksgarten, Parlamento, Rathaus.. classico giro insomma!
E visto che arrivati a Votivkirche le gambe non erano abbastanza stanche e gli occhi abbastanza sazi e l'ora abbastanza tarda, ci siamo diretti a Karlsplatz per uno sguardo alla Karlskirche e alla Secession, e poi abbiamo allungato fino al Belvedere per ammirare dal vivo il Bacio di Klimt (che a mio modesto parere e' una delle poche opere interessanti del museo, tolti Klimt e Schiele il resto non mi e' parso granche', ma la mia ignoranza artistica e' abbastanza accertata).
Dopo aver cenato a casa, volevo portare Elisa a vedere la zona dove ho lavorato per 3 settimane, quindi ho optato per Copakagrana, che alla sera e' davvero fighissimo, pieno di gente, tutto illuminato, tanti ristorantini e localini sulle rive del Danubio...suggestivo.
Ci siamo presi da bere (attenzione: i cocktail sono carissimi ovunque) in un locale con dondolo e siamo andati a ballare finche' le mie gambe hanno retto (Elisa ha le Duracell, io solo le normali zinco-carbone) in un locale semi-aperto di cui mai seppi il nome. E dopo l'ennesima LUUUNGA passeggiata per andare a prendere il notturno, finalmente abbiamo potuto riposare le membra tra le braccia di Morfeo...
Sabato, come da tradizione, abbiamo speso la parte residua della mattinata (quello che avanzava dalla dormita, insomma) a Nashmarkt, dove abbiamo acquistato del pane alle olive e una salsina verde all'avocado che vi giuro nell'insalata ci sta da dio. Pranzo a casa (nel giardino di cui vi ho gia' parlato in uno dei primi post) e subito via in direzione Schonbrunn, dove abbiamo visitato l'interno del sontuoso palazzo con comoda audioguida e a stretto contatto col tipico turista maleducato che fotografa col flash in tutte le stanze nonostante gli espliciti cartelli lo vietino (so cosa state pensando: la foto del Bacio. Vi assicuro che e' stata rigorosamente scattata senza flash), i giardini (stavolta non stipati di gente come in occasione del Concert for Europe) e ci siamo arrampicati fino alla Gloriette, da cui la vista merita davvero la salita. Tornati a casa mi sono recato dal buon Alessandro, per salutarlo e mollargli la caterva di spesa che mi era avanzata in frigo, raccomandandomi di spartirla con tutti gli altri Italo-Viennesi.
Il quale Alessandro mi forni' un ottimo consiglio per la cena: la heurigen Zwolf Apostelkeller (Cantina dei 12 Apostoli), un posto davvero caratteristico, in pieno centro, sotterraneo. Tutto addobbato stile cattedrale, con lampioni dipinti con motivi religiosi (i dodici apostoli, appunto). E chi ti ritrovo? Il Gringo e famigliola, il quale ci aveva gia' cenato la sera precedente (fatto che ho interpretato come ottimo segno...). Menu: una Schnitzel enorme per il sottoscritto, col tipico contorno di insalata di patate, uno strudel vegetariano per al vegetariana (non ha avuto molta scelta, bisogna ammetterlo). Due strudel di mela con salsa di vaniglia (ottimi) e ovviamente vino della casa o presunto tale, buono. La serata e' proseguita poi per i vari localini di Schwedenplatz, dove mi avevano portato Danilo e Ignazio (si pronuncia Ighnasiow) la prima sera.
Domenica gita a Bratislava! Se siete riusciti ad arrivare fino a qui con la lettura complimenti davvero. Andiamo con ordine: sveglia presto per fare la valigia. Strapiena. Colma. Ho comprato solo un pantaloncino e una maglietta e non so come hanno reso la chiusura della valigia un trauma (per me ma anche per la valigia, come avrete modo di leggere). Chiuso e salutato la casa che mi ha ospitato per 3 settimane (lacrimuccia). Pullman per Sudbahnhof (le stecche del trolley iniziano a traballare) dove tra tanti stupendi treni austriaci della OBB, ovviamente quello che va a Bratislava e' slovacco. Il che mi ha fatto sentire un po' a casa... nel senso. Treno fatiscente. Caro (piu' che in Italia, 1 ora di viaggio per 12 euro). E che parte in ritardo. Decisamente NON austriaco, come mi ha fatto poi notare il simpatico crucco nostro compagno di scompartimento, visibilmente contrariato per la partenza in ritardo (si vede che in alcuni paesi non e' la norma come da noi... e io che mi sentivo a mio agio...). Arriviamo alla stazione di Bratislava centro, e Marco e Lucia ad accoglierci...cariiiiiini :-) La prima impressione della citta' e' ambigua: sicuramente il retaggio dell'era comunista e' ancora piu' che evidente nei quartieri residenziali. Il centro storico pero' mi smentira'. Certo, il mio giudizio e' stato pesantemente influenzato anche dal fatto che al primo scalino la mia valigia si e' miseramente smembrata, lasciandomi con la maniglia del trolley in mano e la struttura precariamente attaccata al resto del bagaglio. Il viaggio di ritorno sara' divertente, mi dico. Piegato come un gobbo per trascinare questo pesantissimo relitto, ci dirigiamo verso la macchina (grazie Lucia per avermi risparmiato questa sevizia fino a casa) e giungiamo presto presso l'appartamento di una vecchia zia di Lucia che ospitera' le nostre valigie per la giornata. Visitiamo subito il centro storico, deserto (dormono tutti, pare che la sera prima ci sia stato un mega concerto all'aperto sulle rive del Danubio), tranne la piazza antestante il municipio che ospitava una processione religiosa-messa all'aperto: vi dico che appena arrivati ci guardavano tutti strano, finché tutti si sono inginocchiati e hanno iniziato a guardarci ancora piu' strano :-) Primo museo: museo delle armi (ingresso: 70 centesimi di euro). Oddio, chiamarlo museo e' tanto, ma la vista sul castello che si gode dal tetto vale la scalata. Qui gli edifici sono strani e il museo non e' da meno. Case alte alte e strette strette, scale RIPIDE. Una guida (di solito signora in eta' da menopausa) per piano. Che parla solo slovacco. E chi non conosce questa ridente lingua? La vista dal terrazzo del museo offre pero' un altro motivo di interesse: la casa piu' stretta di Bratislava. Altro museo: ebraismo.
Confesso che ci sono entrato solo perche' Marco voleva assolutamente vederlo... poco male, comunque: anche qui l'ingresso era sui 70 centesimi. Tra l'altro Elisa e io, che non eravamo in possesso di corone slovacche, abbiamo attinto alle tasche di Marco per tutte queste enormi spese. Fatto sta che in un modo o nell'altro siamo giunti al momento clou: il pranzo allo Slovak Pub, tanto decantato da leggende narrate da solito Marco. E in effetti i fatti si sono rivelati almeno pari alla leggenda. Piatti abbondanti, complicati dal punto di vista digestivo e dai nomi assolutamente irripetibili. Il piu' bello coreograficamente parlando era sicuramente la zuppa d'aglio, servita in una pagnotta enorme scavata (vedasi foto). Non pesantissima come mi aspettavo, ma devo dire che durante il volo di ritorno si e' ripresentata, diciamo. Poi pancakes dall'impasto molto scuro ripieni a seconda dei casi di carne o formaggio, degli gnocchetti serviti in una salsa di formaggio e bacon, e pancakes dolci ripieni di marmellata di semi di papavero (che, ho scoperto, da noi non esiste perche' illegale - preciso che non ho avuto effetti di sballo collaterale: ma le nostre leggi prediligono il principio di precauzione). Il tutto innaffiato da birra slovacca (pivo) e una strana coca cola prodotta qui (Kofola) dal sapore simile a un chinotto speziato. Non male.
Le conseguenze del pranzo sono state: pesantezza e sonnolenza. Entrambe non hanno di certo aiutato nella arrampicata verso il castello. Molto belli sia il giardino (vista molto suggestiva) sia l'esterno, mentre l'interno (anche qui prezzo irrisorio) e' un po' deludente sia dal punto di vista dei contenuti (tanti tappeti, mobili, monete, una curiosa riproduzione in plastica di una chiesa di Padova, le pubblicita' dell'Enel e delle sue simpatiche centrali nucleari) sia dell'architettura (come dice Marco, il cortile interno "sembra un po' quello di un'ospedale" e ha ragione). Finito di visitare il castello, il diluvio universale ci ha colti di sorpresa, il che ci ha spinto a tornare a casa servendoci dei mezzi pubblici. Anche qui una sorpresa. I biglietti si possono fare alla fermata con una macchinetta, la quale emette i biglietti per corsa breve (10 minuti: una furbata per chi non deve andare dall'altra parte del mondo) al prezzo di 7 centesimi di euro. Non so se mi sono spiegato... Arrivati a casa e asciugatici alla meglio, abbiamo recuperato i bagagli (tra cui la mia valigia reduce di guerra) e siamo andati in aeroporto, dove ho salutato prima Lucia, poi Elisa e Marco che avevano il volo di li' a poco. Io mi sono messo in attesa del mio autobus che mi portasse all'aeroporto di Vienna e ho constatato con ammirazione che nei paesi che reputo civili se accendi il pc in un luogo pubblico la connessione a internet te la danno gratis. Ho cosi' trascorso una mezz'ora prima di prendere il pullman per Schwechat: compagnia Blaguss (ma ce ne sono almeno altre 3), viaggio comodo di fianco a una simpatica vecchietta. L'aeroporto di Vienna era colmo di gente in attesa, poiche' tutti i voli erano stati ritardati a catena a causa del maltempo... infatti il piccolo Fokker per Torino e' partito con quasi un'ora di ritardo, appena in tempo per prendere l'ultimo pullman da Caselle a Torino centro.
E questo segna la conclusione del mio viaggio. Sto cercando un modo spiritoso/intelligente di concludere questo post, ma non mi viene in mente. Tanto vi sarete di certo stancati prima :-) Grazie a tutti coloro che mi hanno accolto e fatto compagnia a Vienna (ho paura a fare l'elenco perche' dimenticherei qualcuno di certo - voi lo sapete: paraculo), a Elisa per essere venuta a trovarmi, a Lucia e Marco a Bratislava, e anche una menzione speciale voglio farla alla gente strana della stazione della metro di Karlsplatz perche' mi ricordava tanto quella che si trova in via Nizza. A risentirci da Helsinki.
mercoledì 6 giugno 2007
De austriacae calciobalillae amoenitatibus (Amenità sul calciobalilla austriaco)
Perchè dovete sapere che le regole del calciobalilla non sono uguali in tutto il mondo. E neanche le dimensioni del tavolo. Ma andiamo con ordine.
Per la serata di ieri c'era in programma una birretta distensiva al pub australiano Down Under, dalle parti di casa mia, ritrovo abituale degli studenti Erasmus (infatti ieri era vuoto - sono tornati tutti!). La cosa bella è che c'è una birra, la Wieselburger, che per gli Erasmus costa meno, 2.20€. Quindi (ovviamente) ieri mi sono calato nelle parti di un giovine studente Erasmus e ho potuto sorbire la birra a quel prezzo. Ricordatevene, se ci capitate. Tu ordini Wieselburger (così già sembra che sei preparato -> sei un Erasmus), il cameriere ti urla, in Australo-Austriaco, "Erazmuzz"? Tu fai cenno di sì con la testa e il gioco è fatto. Niente tessere o documenti da esibire. Easy.
Ma veniamo all'argomento del post. Il calciobalilla. Perchè, dicevo, le regole qui sono diverse. Ne faccio un breve compendio cosicchè non abbiate in futuro a che litigare con quei due ubriachi austriaci che incautamente avete voluto sfidare. Le regole sono (le elenco poi di seguito vado a commentare):
In effetti, sembra di assistere più a una partita di Risiko che di calciobalilla. Questo tra l'altro sottolinea la differenza culturale tra Austria e Italia. Mi spiego. Se ci fosse in Italia questa regola, tutte le volte che la palla va dentro calciata da un centrocampista, ci si dovrebbe uccidere per cercare di bloccare la pallina per bloccare la sua discesa negli inferi del tavolo e rimetterla in gioco, o si metterebbe la carta igienica nelle porte per bloccarla o altri trucchetti da oratorio simili. Qui ovviamente se ne fregano. Se la partita finisce pari per colpa dei gol dei centrocampisti chi se ne frega, un altro euro nel calcetto e via sotto un'altra. Questo perchè, come dice Alessandro, "qui se ne fottono, sono capitalisti"...
Inoltre anche la regola di assegnare la biglia alla squadra che ha subito il gol rende anche la rimessa in gioco particolarmente lenta e noiosa (niente gesto di battere la pallina sul bordo del tavolo come se fosse un uovo, niente lancio veloce e rumoroso in campo).
Altra cosa: il tavolo di gioco. Non sembra, ma è diverso anche quello (sebbene di italica fattura). Infatti il portiere (la sua stecca) è più lontano dalla porta rispetto al nostro (avrei dovuto fare una foto cazzarola). Per farvi capire, questo significa che il portiere può "fare tutto il giro" su se stesso, mentre da noi "tocca" sul lato corto del tavolo. Questo porta a 2 conseguenze. La prima, inerente al gioco: non si può fare il corner, cioè bloccare la pallina tra il tavolo e il pezzo di plastica sulla stecca (che però c'è, anche se inutile) e farla ricadere sulla parte inclinata dell'angolo, quando la palla esce dal campo. La seconda, più stupida, è che non si può fare il tipico gioco "Senti com'è caldo qui - e tirare col portiere una stecca sul dito del malcapitato boccalone", semplicemente perchè il portiere, essendo troppo lontano, non ci arriva. Va bè.
Miei cari, questo è il mio ultimo giorno qui in cui avrò a disposizione una connessione perchè qui domani è festa, di nuovo, e venerdì fanno tutti ponte, quindi non vedo perchè non adeguarmici anche io. Pubblicherò notizie su questi ultimi giorni al mio ritorno. Ciao!
Per la serata di ieri c'era in programma una birretta distensiva al pub australiano Down Under, dalle parti di casa mia, ritrovo abituale degli studenti Erasmus (infatti ieri era vuoto - sono tornati tutti!). La cosa bella è che c'è una birra, la Wieselburger, che per gli Erasmus costa meno, 2.20€. Quindi (ovviamente) ieri mi sono calato nelle parti di un giovine studente Erasmus e ho potuto sorbire la birra a quel prezzo. Ricordatevene, se ci capitate. Tu ordini Wieselburger (così già sembra che sei preparato -> sei un Erasmus), il cameriere ti urla, in Australo-Austriaco, "Erazmuzz"? Tu fai cenno di sì con la testa e il gioco è fatto. Niente tessere o documenti da esibire. Easy.
Ma veniamo all'argomento del post. Il calciobalilla. Perchè, dicevo, le regole qui sono diverse. Ne faccio un breve compendio cosicchè non abbiate in futuro a che litigare con quei due ubriachi austriaci che incautamente avete voluto sfidare. Le regole sono (le elenco poi di seguito vado a commentare):
- E' vietato segnare coi centrocampisti. Un gol fatto dalla linea dei centrocampisti non si conteggia.
- E' valido, invece, fare ganci e passaggini vari tra giocatori della stessa stecca.
- Quando una squadra subisce un gol regolare, la palla viene assegnata alla squadra che ha subito il gol, ponendola con ordine vicino agli omini di centrocampo di quella squadra (coi quali, ricordiamolo, NON potrete comunque battere a rete).
In effetti, sembra di assistere più a una partita di Risiko che di calciobalilla. Questo tra l'altro sottolinea la differenza culturale tra Austria e Italia. Mi spiego. Se ci fosse in Italia questa regola, tutte le volte che la palla va dentro calciata da un centrocampista, ci si dovrebbe uccidere per cercare di bloccare la pallina per bloccare la sua discesa negli inferi del tavolo e rimetterla in gioco, o si metterebbe la carta igienica nelle porte per bloccarla o altri trucchetti da oratorio simili. Qui ovviamente se ne fregano. Se la partita finisce pari per colpa dei gol dei centrocampisti chi se ne frega, un altro euro nel calcetto e via sotto un'altra. Questo perchè, come dice Alessandro, "qui se ne fottono, sono capitalisti"...
Inoltre anche la regola di assegnare la biglia alla squadra che ha subito il gol rende anche la rimessa in gioco particolarmente lenta e noiosa (niente gesto di battere la pallina sul bordo del tavolo come se fosse un uovo, niente lancio veloce e rumoroso in campo).
Altra cosa: il tavolo di gioco. Non sembra, ma è diverso anche quello (sebbene di italica fattura). Infatti il portiere (la sua stecca) è più lontano dalla porta rispetto al nostro (avrei dovuto fare una foto cazzarola). Per farvi capire, questo significa che il portiere può "fare tutto il giro" su se stesso, mentre da noi "tocca" sul lato corto del tavolo. Questo porta a 2 conseguenze. La prima, inerente al gioco: non si può fare il corner, cioè bloccare la pallina tra il tavolo e il pezzo di plastica sulla stecca (che però c'è, anche se inutile) e farla ricadere sulla parte inclinata dell'angolo, quando la palla esce dal campo. La seconda, più stupida, è che non si può fare il tipico gioco "Senti com'è caldo qui - e tirare col portiere una stecca sul dito del malcapitato boccalone", semplicemente perchè il portiere, essendo troppo lontano, non ci arriva. Va bè.
Miei cari, questo è il mio ultimo giorno qui in cui avrò a disposizione una connessione perchè qui domani è festa, di nuovo, e venerdì fanno tutti ponte, quindi non vedo perchè non adeguarmici anche io. Pubblicherò notizie su questi ultimi giorni al mio ritorno. Ciao!
lunedì 4 giugno 2007
Per gli amanti di Lino Banfi
Weekend #2
Bene, eccoci giunti alla consueta descrizione del weekend... come al solito, spero di non tralasciare nulla. Venerdì la giornata è finita con una passeggiata in centro, dove non mancano mai gli artisti di strada come maghi, cantanti e suonatori. Cena a base di carbonara (con lo speck perchè è l'unica cosa che qui sia reperibile sotto forma di dadini) a casa di Danilo, visione del documentario proiettato da Santoro il giorno precedente (spaventoso) - non l'intera puntata in quanto non disponibile via internet all'estero - poi trasferimento all'Ost, un locale molto bello e grande in stile semi-orientale dalle parti di Karlsplatz, con musica dal vivo (gruppo rock tedesco, bravi) in un semiinterrato molto caldo, DJ e tavolini al piano di sopra.
Sabato mattina volevo dedicarlo allo shopping quindi mi sono recato a Mariahilfer Strasse, dove quando ormai stavo per desistere dagli acquisti, ho trovato un negozio C&A (tipo rinascente) dove ho finalmente trovato i pantaloncini stile scottish che quest'anno vanno di moda (e stranamente mi piacciono) e una maglietta - spesa totale: 35 euro circa; non male. Pranzo a casa e pomeriggio trascorso alla Donauinsel (letteralmente: l'isola del Danubio), cioè un lembo di terra che suddivide in due il tratto cittadino del Danubio, su cui, manco a dirlo, giace un bel parco con prati, piste ciclabili, pattinatori eccetera... Qui il barlettano e ormai ex viennese Ignazio, studente erasmus, teneva la sua festa di addio a cui abbiamo partecipato in una cinquantina di persone, provenienti dalle più variegate parti di Europa e del mondo. Per la cronaca, si è anche svolto un coinvolgente match calcistico Turchia-Resto del mondo (3 italiani e un canadese), 4 contro 4 su campo aperto, dove i Turchi hanno strameritato una vittoria (anche se loro avevano un semi-professionista e noi un infortunato) ma dove il sottoscritto ha segnato un gol e non dei suoi tipici alla Pippo Inzaghi! Peccato per il tempo, sempre coperto e pioviccicoso, fosse stato sole sarei super abbronzato...
Siamo andati via per poter assistere alla sontuosa partita FarOer-Italia, per fortuna sul satellite il segnale di mamma Rai era criptato e quindi non abbiamo potuto ammirare lo splendido gol del carpentiere nordico che è riuscito a bucare in un colpo solo 3 campioni del mondo o presunti tali. Quasi non mi dispiace perdermi mercoledì Italia-Lituania...che ad ogni modo farò di tutto per vedere! Pizza consegnata a domicilio (buona ma pesantissima a causa del mix di ingredienti purtroppo comprendenti un giallognolo formaggio al posto della mozzarella) e uscita serale con Luca (il sardo, a proposito: buon viaggio ad Hannover), col quale abbiamo raggiunto un gruppo eterogeneo di architetti provenienti come studi da Venezia, coi quali abbiamo trascorso la serata (tempo sempre uggioso) in un pub molto tipico (muri pieni di manifesti delle varie manifestazioni culturali, camerieri molto old-style, formali ed educati) chiamato Alt Wien, dove la serata è trascorsa tra piacevoli chiacchiere.
Domenica pomeriggio è stato il momento di un'escursione nelle colline a nord del centro di Vienna. Sotto una pioggerella leggera ci siamo inerpicati tra i vigneti su per la collina di Leopoldberg (un'ora circa di salita con pendenza media 40% e ci tengo a sottolineare che c'era anche il pullman) per ammirare lo splendido panorama dall'alto di Vienna (foto in alto); peccato per la foschia e per l'orribile albergo che deturpa questo angolo così caratteristico di Vienna. Prima di ritorno, non poteva mancare una sosta a Grinzig, dove ci siamo accomodati in una delle tipiche heurigen, cioè le cantine vinicole che vendono direttamente il vino prodotto accompagnato da piatti casalinghi, dolci o salati, chiamata Zum 6er. Io ho assaggiato un tris di dolci (strudel alla mela, alla ricotta e un dolce ai semi di papavero, molto buoni) accompagnato da un bicchiere del vino del giorno, un bianco fruttato molto buono dal nome Rhein-Riesling. A colonna sonora, un duo composto da violino e fisarmonica.
Cena a casa e serata passata al Tunnel, locale molto bello, anche qui con musica dal vivo. Ieri sera si esibiva un quartetto jazz veramente molto bravo, elegante e rilassante.
Per ora è tutto, a risentirci presto!
Sabato mattina volevo dedicarlo allo shopping quindi mi sono recato a Mariahilfer Strasse, dove quando ormai stavo per desistere dagli acquisti, ho trovato un negozio C&A (tipo rinascente) dove ho finalmente trovato i pantaloncini stile scottish che quest'anno vanno di moda (e stranamente mi piacciono) e una maglietta - spesa totale: 35 euro circa; non male. Pranzo a casa e pomeriggio trascorso alla Donauinsel (letteralmente: l'isola del Danubio), cioè un lembo di terra che suddivide in due il tratto cittadino del Danubio, su cui, manco a dirlo, giace un bel parco con prati, piste ciclabili, pattinatori eccetera... Qui il barlettano e ormai ex viennese Ignazio, studente erasmus, teneva la sua festa di addio a cui abbiamo partecipato in una cinquantina di persone, provenienti dalle più variegate parti di Europa e del mondo. Per la cronaca, si è anche svolto un coinvolgente match calcistico Turchia-Resto del mondo (3 italiani e un canadese), 4 contro 4 su campo aperto, dove i Turchi hanno strameritato una vittoria (anche se loro avevano un semi-professionista e noi un infortunato) ma dove il sottoscritto ha segnato un gol e non dei suoi tipici alla Pippo Inzaghi! Peccato per il tempo, sempre coperto e pioviccicoso, fosse stato sole sarei super abbronzato...
Siamo andati via per poter assistere alla sontuosa partita FarOer-Italia, per fortuna sul satellite il segnale di mamma Rai era criptato e quindi non abbiamo potuto ammirare lo splendido gol del carpentiere nordico che è riuscito a bucare in un colpo solo 3 campioni del mondo o presunti tali. Quasi non mi dispiace perdermi mercoledì Italia-Lituania...che ad ogni modo farò di tutto per vedere! Pizza consegnata a domicilio (buona ma pesantissima a causa del mix di ingredienti purtroppo comprendenti un giallognolo formaggio al posto della mozzarella) e uscita serale con Luca (il sardo, a proposito: buon viaggio ad Hannover), col quale abbiamo raggiunto un gruppo eterogeneo di architetti provenienti come studi da Venezia, coi quali abbiamo trascorso la serata (tempo sempre uggioso) in un pub molto tipico (muri pieni di manifesti delle varie manifestazioni culturali, camerieri molto old-style, formali ed educati) chiamato Alt Wien, dove la serata è trascorsa tra piacevoli chiacchiere.
Domenica pomeriggio è stato il momento di un'escursione nelle colline a nord del centro di Vienna. Sotto una pioggerella leggera ci siamo inerpicati tra i vigneti su per la collina di Leopoldberg (un'ora circa di salita con pendenza media 40% e ci tengo a sottolineare che c'era anche il pullman) per ammirare lo splendido panorama dall'alto di Vienna (foto in alto); peccato per la foschia e per l'orribile albergo che deturpa questo angolo così caratteristico di Vienna. Prima di ritorno, non poteva mancare una sosta a Grinzig, dove ci siamo accomodati in una delle tipiche heurigen, cioè le cantine vinicole che vendono direttamente il vino prodotto accompagnato da piatti casalinghi, dolci o salati, chiamata Zum 6er. Io ho assaggiato un tris di dolci (strudel alla mela, alla ricotta e un dolce ai semi di papavero, molto buoni) accompagnato da un bicchiere del vino del giorno, un bianco fruttato molto buono dal nome Rhein-Riesling. A colonna sonora, un duo composto da violino e fisarmonica.
Cena a casa e serata passata al Tunnel, locale molto bello, anche qui con musica dal vivo. Ieri sera si esibiva un quartetto jazz veramente molto bravo, elegante e rilassante.
Per ora è tutto, a risentirci presto!
venerdì 1 giugno 2007
Breve commento sulla cena Srilankiana
Immagino moriate tutti dalla curiosità di sapere cosa ho ingurgitato ieri durante la cena from Sri Lanka. Dunque, il locale era il Colombo Hoppers, dalle parti di casa mia, che come forse non vi ho ancora detto si trova nel V. distretto, Margareten.
Il locale era molto carino, etnico, con schermo televisivo trasmittente in continuum un divx promozionale sullo Sri Lanka che credo non sia una meta gettonata per lo meno tra i turisti mediocri come il sottoscritto!
Comunque, il menu era ben fornito di piatti dal nome impronunciabile e incomprensibile (meno male che c'era la traduzione in tedesco! :) ). Ad ogni modo ho optato per un riso, curry e calamari (la carne inizia a uscirmi dalle budella, per quanto mi piaccia... per fortuna a pranzo cucina un collega italiano qui in ftw. ... carne, Alessandro?), e da bere un Lassi, che è una specie di cocktail a base di yogurt, mango e acqua di rose... non male. Il piatto si presentava come in foto, un piatto di riso da usarsi come pane, e un ciotolone contenente varie coppette: la più grande erano i calamari, al curry, e le ciotoline più piccole contenevano salse e verdurine varie, tutte sugosissime e a base di curry (forse troppo: nel senso, sapeva tutto di curry!). Buono ma non eccezionale, ma almeno leggero.
Per dolce ho ordinato un Watalappan (che sembra tanto un vattalappija'... - ovviamente i nomi non li ricordo li sto guardando dal sito) che era una specie di Bunet cioccolatosissimo e dolcissimo con qualche spezia particolare (cardamomo) e sopra delle specie di noccioline. Buono.
Pecca: il servizio. Lentissimo! Non tanto quanto abbiamo aspettato le portate, ma proprio la lentezza di sti camerieri... mamma mia... a pagare poi... qui si paga sempre separati (e, ho notato, è raro che le donne si facciano pagare dagli uomini come facciamo noi masculi italici). Di solito, a meno che non sia richiesto, fanno il conto unico poi i camerieri passano persona per persona a farsi pagare (conviene a loro perché così ognuno lascia qualcosina di mancia - che qui è uso, cortesia e praticamente obbligo, come in Inghilterra). Questi però andavano avanti e indietro tra il tavolo e la cassa, producendo una ricevuta a testa e per chi, come me, pagava con la carta di credito triplo viaggio! Conto, carta, penna, firma (dopo aver completato l'apposito campo tip, mancia), ricevuta! Il tutto a una lentezza spossante!
Meno male che dopo, come insistitamente richiesto dal nostro amico nonchè collega francese Maxime, siamo andati a prenderci una birra (Weiss per me) nel pub very alternative davanti a casa...
That's all, folks!
Il locale era molto carino, etnico, con schermo televisivo trasmittente in continuum un divx promozionale sullo Sri Lanka che credo non sia una meta gettonata per lo meno tra i turisti mediocri come il sottoscritto!
Comunque, il menu era ben fornito di piatti dal nome impronunciabile e incomprensibile (meno male che c'era la traduzione in tedesco! :) ). Ad ogni modo ho optato per un riso, curry e calamari (la carne inizia a uscirmi dalle budella, per quanto mi piaccia... per fortuna a pranzo cucina un collega italiano qui in ftw. ... carne, Alessandro?), e da bere un Lassi, che è una specie di cocktail a base di yogurt, mango e acqua di rose... non male. Il piatto si presentava come in foto, un piatto di riso da usarsi come pane, e un ciotolone contenente varie coppette: la più grande erano i calamari, al curry, e le ciotoline più piccole contenevano salse e verdurine varie, tutte sugosissime e a base di curry (forse troppo: nel senso, sapeva tutto di curry!). Buono ma non eccezionale, ma almeno leggero.
Per dolce ho ordinato un Watalappan (che sembra tanto un vattalappija'... - ovviamente i nomi non li ricordo li sto guardando dal sito) che era una specie di Bunet cioccolatosissimo e dolcissimo con qualche spezia particolare (cardamomo) e sopra delle specie di noccioline. Buono.
Pecca: il servizio. Lentissimo! Non tanto quanto abbiamo aspettato le portate, ma proprio la lentezza di sti camerieri... mamma mia... a pagare poi... qui si paga sempre separati (e, ho notato, è raro che le donne si facciano pagare dagli uomini come facciamo noi masculi italici). Di solito, a meno che non sia richiesto, fanno il conto unico poi i camerieri passano persona per persona a farsi pagare (conviene a loro perché così ognuno lascia qualcosina di mancia - che qui è uso, cortesia e praticamente obbligo, come in Inghilterra). Questi però andavano avanti e indietro tra il tavolo e la cassa, producendo una ricevuta a testa e per chi, come me, pagava con la carta di credito triplo viaggio! Conto, carta, penna, firma (dopo aver completato l'apposito campo tip, mancia), ricevuta! Il tutto a una lentezza spossante!
Meno male che dopo, come insistitamente richiesto dal nostro amico nonchè collega francese Maxime, siamo andati a prenderci una birra (Weiss per me) nel pub very alternative davanti a casa...
That's all, folks!
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